A Londra, abbiamo assistito alla distruzione del Clays Lane Estate, il più grande gruppo di case popolari gestite da una cooperativa del Regno Unito, composto da 500 affituari. Abbiamo assistito alla distruzione dei Manor Garden Allotments, degli orti urbani che producevano patate, carciofi, cavolfiori e amolto ltro.
A Sochi, abbiamo assistito alla distruzione di ampie porzioni del parco nazionale di Sochi, una foresta nazionale un tempo protetta e vergine, rasa al suolo per costruire una nuova città dal nulla.
A Rio, abbiamo assistito alla distruzione della Vila Autódromo, un villaggio di pescatori che aveva diversi decenni di storia, confinante con il parco olimpico. Un villaggio che ospitava 800 famiglie- 800 famiglie che si aggiungono alle più di 22 000 espulse dalle loro case e spostate nella città in vista delle olimpiadi del 2016. Abbiamo assistito all’occupazione dello spazio pubblico nelle favelas da parte dei carri armati, e abbiamo assistito alla vendita di zone ambientali protette per costruire un campo da golf.
A Pyeongchang, abbiamo assistito alla distruzione di una foresta antica di più di 500 anni sulla montagna sacra di Gariwangsan, per fare spazio a delle piste da sci.
A Tokio, abbiamo assistito alla distruzione degli appartamenti Kasumigaoka, un quartiere popolare dove alcuni dei residenti erano stati trasferiti dopo la loro prima espulsione – per i Giochi Olimpici del 1964.
A Pechino, abbiamo assistito al saccheggio di preziose risorse acquifere per creare la neve artificiale su delle montagne aride, cosa che crea dal nulla un’industria degli sport invernali che continuerà a divorare le risorse della regione in futuro.
A Milano e Cortina, assistiamo a un assedio contro le montagne delle Alpi Orientali, e i Giochi Olimpici si trasformano sempre più in un’occasione di nuove devastazioni ambientali, grazie al silenzio colpevole della Fondazione UNESCO Dolomiti.
A Los Angeles infine, abbiamo già assistito alla distruzione dell’Echo Park Lake, all’espulsione di 200 persone che vivevano in tenda sul posto, alla chiusura e alla militarizzazione di questo luogo un tempo pubblico. Assistiamo alla distruzione d’Inglewood, una delle ultime enclaves nere di Los Angeles, e nello stesso tempo stadi nuovi di zecca fanno salire alle stelle gli affitti degli inquilini, distruggono i commerci locali e inquinano l’ambiente.
A ripetizione, sotto l’egida dell’accoglienza dei Giochi Olimpici, assistiamo alla devastazione dello spazio pubblico, degli spazi verdi, delle case, delle comunità.
Compagnə di tutto il mondo verranno a Parigi perché la nostra indignazione è troppo pesante per portarla da solə in ogni città. Alcunə di noi hanno perso le loro case, i loro mezzi di sussistenza, le loro comunità, i loro diritti. Ci riuniremo a Parigi perché abbiamo bisogno d’ascoltare l’esperienza degli e delle altrə per essere meglio armatə per il futuro. Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e i sostenitori dell’olimpismo sono organizzati a livello internazionale, quindi dobbiamo fare lo stesso per fermarli. La strategia più comune della classe capitalista è di isolarci nelle nostre lotte e convincerci che lottiamo solə.
Sappiamo che per loro la più grande minaccia esiste quando scegliamo di lottare fianco a fianco. Che cosa possiamo costruire insieme che resisterà ai Giochi Olimpici in modo potente e significativo, non solo in ognuna delle nostre città ma anche facendo blocco comune?
Il COJO (Comitato di Organizzazione dei Giochi Olimpici) di Parigi 2024 si dice cosciente dei problemi dei Giochi del passato, ma finge di fare le cose diversamente e di proporre un nuovo modello semplificato e prudente. La sindaca di Parigi afferma che i Giochi accellereranno la transizione verso dei sistemi più rispettosi dell’ambiente. Moltə Francesi credono alle sue parole e pensano che i Giochi di Parigi 2024 saranno « i più verdi di tutti i tempi ». Questo spiega, almeno in parte, perché i parigini non abbiano seguito l’esempio di quellə che, a Boston, Amburgo o Budapest, hanno rifiutato la candidatura della loro città ai Giochi.
Ma oggi, due anni prima dei Giochi di Parigi, sappiamo che queste promesse sono un’illusione irrealizzabile.
Abbiamo assistito alla distruzione dell’ostello per lavoratori dell’ADEF di Saint-Ouen per far posto al villaggio olimpico. Nel momento in cui scriviamo queste righe, gli ex-residenti, tutti lavoratori immigrati, sono accalcati in dei minuscoli alloggi provvisori e non sanno ancora dove andranno in seguito.
Abbiamo assistito alla distruzione de « l’Aire des Vents » (la zona dei venti, ndt), un parco pubblico parte d’un corridoio ecologico protetto, che è stato raso al suolo per costruire un « villagio dei media » che perfino il CIO ha dichiarato inutile.
Abbiamo assistito alla distruzione dei Jardins Ouvriers (Orti Operai, ndt) di Aubervilliers. Come i Manor Garden Allotments di Londra, il suolo sarà coperto di cemento, ma questa volta per una piscina olimpionica « d’allenamento » che non sarà nemmeno utilizzata per le gare.
A Taverny e a Saint-Leu-la-Forêt, una piscina olimpica prenderà il posto di due piscine perfettamente operative. Ai Champs-de-Mars, il suolo è già stato asfaltato per un altro progetto olimpico (il Grand Palais Éphémère, Grande Palazzo Effimero, ndt). A Élancourt, si taglieranno degli alberi per far posto a una pista di mountain-bike.
Bisogna ammetterlo: Parigi 2024 non è eccezionale, è un evento come gli altri. Opportunità per alcuni, devastazione per la gente comune. Privatizzazione dei profitti, nazionalizzazione del debito. Parigi 2024 può essere diverso rispetto alle dimensioni e alla portata dei giochi recenti, ma le grandi forze liberate dai Giochi Olimpici sono sempre le stesse.
Il 21 e 22 maggio 2022, si terrà un week-end d’incontri internazionali anti-olimpici nella regione parigina. Saranno presenti le delegazioni dell’Inghilliterra, della Russia, del Brasile, del Giappone e degli Stati Uniti, per condividere i loro punti di vista e le loro esperienze. Il sabato, ci ritroveremo in un luogo al centro del progetto di « rigenerazione » urbana di Parigi 2024. La domenica, andremo a vedere le devastazioni olimpiche a La Courneuve e a Aubervilliers et continueremo a preparare insieme la lotta. Quest’incontro internazionale è aperto a chiunque sia desiderosə di imparare qualcosa dalle esperienze passate e, soprattutto, di resistere contro queste forze.
Sappiamo che alcunə pensano che la lotta per l’abolizione dei Giochi Olimpici sia vana. Un sondaggio ha dimostrato che l’80% dei giapponesi era contro i « giochi pandemici » l’estate scorsa, e il paese è stato vittima di un aumento record dei casi COVID appena dopo i Giochi. Se nemmeno il COVID può fermare i Giochi, chi potrà? Altrə possono pensare che anche se fermiamo i Giochi Olimpici, le strutture più vaste del capitalismo continueranno con le loro devastazioni. I Giochi Olimpici non sono come il petrolio o le banche; forse la loro scomparsa non toccherà in nulla il cuore di questo ordine mondiale corrotto.
Ma fermiamoci un attimo a riflettere: se non possiamo nemmeno liberarci di questi Giochi inutili, odiati dalla grande maggioranza della popolazione nell’ultimo paese ospite, come possiamo sognare di liberarci del petrolio o delle banche?
Il CIO è in difficoltà. Prima che l’80% del Giappone si opponesse a Tokio 2021, i e le Brasilianə sono scesi in piazza prima di Rio 2016 per condannare i « giochi dell’esclusione ». Ogni volta che una città candidata a ospitare i Giochi ha organizzato un referendum sulla candidatura, dal 2013, i « No » hanno sempre vinto. La NBC (rete televisiva statunitense), che versa 1 miliardo e 250 milioni di dollari al CIO, ha dovuto rimborsare i suoi inserzionisti pubblicitari dopo Tokio 2021 a causa di un grande calo dell’audience.
Questa battaglia possiamo vincerla. Possiamo fermare il progetto olimpico se nessuna città vorrà più accogliere i Giochi. Perché non dovremmo accelerare questo processo se possiamo? Possiamo ancora salvare Sapporo (in Giappone) e i Pirenei-Barcellona (in Spagna) dalla devastazione dei Giochi del 2030, così come la Provence-Alpes-Côte-d’Azur (Regione del sud della Francia, ndt) dai Giochi invernali del 2034.
Unitevi a noi a maggio! Vi aspettiamo. Ulteriori informazioni saranno annunciate su:
Sito di Saccage 2024: https://saccage2024.noblogs.org/
Social: @saccage2024 (Sur Twitter : @2024saccage)
Contattaci su: saccage2024@protonmail.com (Francese o Inglese)
PS: Importante!! quest’incontro avrà bisogno di moltə interpreti volontarə francese-inglese, e se possibile verso le altre lingue. Contattaci se vuoi e puoi aiutarci!